2021



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Le fotografie

– Il frontespizio della rivista “L’Addolorata” della SS. Annunziata di Firenze, annata 1914.

– A sinistra il p. Giovanni Angelo M. Pagliai e a destra il p. Filippo M. Ferrini.

– Ritratto di papa San Pio X.

– Il sacerdote Romolo Murri, esponente di spicco del Modernismo, un'ampia e variegata corrente della società e del Cattolicesimo, sviluppatasi tra la fine dell'Ottocento e l’inizio del Novecento, tesa nel secondo caso a rimodellare il messaggio cristiano secondo i modelli della società contemporanea.
Il Modernismo fu condannato nel 1907 da papa Pio X.

– La copertina di due libri di Ronolo Murri disegnata e con i titoli nello stile del tempo.

– San Bonfiglio Monaldi, fondatore dei Servi di Maria, statua di Cesare Aureli nella basilica di San Pietro in Vaticano, foto tratta da St Peters Basilica Info ...

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P. GIOVANNI ANGELO M. PAGLIAI dei Servi (Filippo M. Ferrini)


Nel 1966 p. Filippo M. Ferrini (1881–1972) inviava alla rivista la “SS. Annunziata” di Firenze un suo articolo dattiloscritto (ne ho una fotocopia) su una figura di confratello deceduto 50 anni prima: il p. maestro Giovanni Angelo Pagliai generale dell’Ordine.
Ricordava nel testo e in una nota l’ambiente difficile in cui il suddetto padre e la Chiesa avevano vissuto, forse perché nel 1966 se ne stava perdendo il ricordo tra le giovani generazioni di frati che avevano rimesso in piedi la rivista e delle quali faceva parte il padre Eugenio Casalini († 2011). A lui infatti il p. Ferrini scriveva in fondo al testo a mano: “Se crede può servirsene in tutto o in parte per la rivista della “SS. Annunziata”. Saluti fraterni Fr. F. M. Ferrini.
Lo può far leggere avanti anche a P. Taucci che sa qualche cosa del tempo”.

Ovvero citava come ‘garante’ di verità il p. Raffaello Taucci (1882–1971) che tra Ottocento e Novecento, in tempi appunto critici, da storico dell’Ordine e da parroco della SS. Annunziata, non si era risparmiato a portare avanti l’opera dei Servi fin dove poteva arrivare.
Di quell’epoca “borghese”, nella quale si preparava più o meno coscientemente la I Guerra Mondiale e il Fascismo, oggi si preferisce generalmente ignorare la spregiudicatezza e la complessità. Ma in queste pagine che vogliono ricercare la vita quotidiana come appare dagli archivi, si possono scrivere tante storie pertinenti e chiarificatrici su come allora andasse il mondo. Basta prendere dei brani della rivista “L’Addolorata” (che aveva preceduto “La SS. Annunziata”) per esempio in data I maggio 1907 nella parte delle “Spigolature”, cioè nelle notizie di costume con oggetto di frequente la nazione prima in Europa, la Francia.

“Basta essere uomini per sentirsi in petto un senso di obbrobrio per la Francia presente ...
Se ciò si avverasse tra i barbari dell’Asia, o nelle incolte terre dell’Africa, o fra le pelli rosse di America, sarebbe sempre un atto riprovevole; ma compiendosi nella colta Europa, nella nazione francese, cresce a dismisura l’iniquità di tale azione, non registrata mai, a nostro sapere, dalla storia ...”.

Nella pagina quindi sono riportate le notizie sulla pubblicazione “ai quattro venti” dei documenti di mons. Montagnini posteriori alla rottura del concordato, “appunti particolari” che nessuno aveva il diritto di notificare, “violazione dei diritti più sacri e inviolabili” (la privacy di oggi).

E si prosegue con la descrizione di quanto fatto da un certo Clement commissario di polizia a Grabels presso Montepellier, il quale si era “recato in carrozza ed assistito dai gendarmi a togliere il Crocifisso dalla scuola di quel Borgo. Essendo andato all’insaputa vi riuscì, ma non appena si seppe l’odioso fatto la popolazione assalì la vettura, e buon per lui che fra gli accorsi era il sindaco Teillard ... il quale calmò il popolo, ed intimò al Commissario la restituzione di quella Sacra Immagine ...”.
Erano insomma anni dominati da ideologie e da fantasie portate all’eccesso, contro le quali era difficile combattere e che tuttavia il padre Pagliai, il padre Taucci e il padre Ferrini seppero affrontare con mezzi che avevano a disposizione. Ma seguiamo il dattiloscritto su:

Il R.mo P. Giovanni Angelo M. Pagliai, O.S.M.
[A lapis] Un P. Generale dei Servi di Maria
– fiorentino – da non dimenticare.

Patria e nascita

Nacque a Firenze il 17 novembre 1847, da Giuseppe e Violante Righi, e morì santamente il 27 gennaio 1916.

Ambiente storico

Visse perciò i suoi 69 anni in epoca religiosamente e civilmente drammatica, per il movimento italiano risorgimentale, nel quale si era intrusa e agiva la massoneria anticlericale; per l’annessione del dominio pontificio al Regno d’Italia all’ingresso delle truppe italiane in Roma il 20 settembre 1870; per la soppressione civile degli Ordini religiosi fatta dal nuovo governo Italiano, e infine anche per subdole insidie delle pullulanti idee moderniste.

Educazione e studi letterari

Il P. Pagliai fu educato dai buoni genitori nella religione cristiana e nelle idea sinceramente cattolica, e per gli studi fu affidato ai Padri Scolopi, che tenevano sotto la presidenza del celebre letterato P. Manni, una scuola molto apprezzata dalla Autorità anche civili e pure un Osservatorio Astronomico per i più scientifici studi del tempo. Intanto però il giovane nutriva la sua pietà col frequentare il Santuario della SS. Annunziata, e così prendeva conoscenza dei Santi e dei fasti secolari dei Servi di Maria, e pure una certa familiarità con quei religiosi che ufficiavano il meraviglioso santuario fiorentino già elevato (1805) alla dignità di basilica. E singolarmente fece impressione nell’animo suo quell’amore e attaccamento dottrinale, riverenziale e obbedenziale al Papato, quale essi dimostravano, ricordando gli onorifici servizi del confratello cardinale Francesco Caselli a Pio VI e dopo a Pio VII e infine il martirio subito dal p. Amadio Bertoncelli colla fucilazione in Ancona ordinata dall’imperatore Napoleone I (1809) per carpirgli, ma invano i segreti della missione che aveva presso il papa Pio VII.

Vocazione religiosa e Noviziato

Da tale pietà mariana e stima dell’Ordine dei Servi di Maria nel Pagliai, al suo 21mo anno di età e dopo compiuti con molta lode (dice la cronaca) gli studi letterari presso gli Scolopi, maturò la vocazione, già sentita da qualche tempo, al santo servizio della Madonna. Ne esultarono quei religiosi del Santuario più veterani nel servizio di Maria. Ma poiché in Toscana, per la soppressione già attuata degli Ordini religiosi (1865), non si potevano aggregare all’Ordine nuovi giovani, il Pagliai fu mandato a Roma ancora libera nel convento di S. Marcello, ove poi il 17 settembre 1869 rivestiva l’abito dei Servi di Maria. Qui dopo che furono riscontrate nel Novizio belle doti di pietà religiosa, di intelligenza e cultura non comune, di indole gioiosa – da buon fiorentino – ma sempre dignitosa e volenterosa, fu ammesso alla professione dei sacri voti.

Studi – Magistero – Uffici nell’Ordine

Compì gli studi filosofici e teologici con tutta solerzia nel convento di Santa Maria in Via perché era questo più vicino all’Ateneo di Propaganda Fide, e ne fece un grande approfondimento, onde appena ordinato Sacerdote (1874) fu giudicato ben atto ad essere maestro e docente di filosofia, oltre che maestro di disciplina, dei giovani professi studenti nel convento di Bologna, seguendo gli indirizzi aristotelici e tomistici, come voleva il Papa Leone XIII.

Nel 1886 poi, dopo un rigoroso esame scritto e orale e il tirocinio di insegnamento, voluto saggiamente dalle Costituzioni dell’Ordine, ebbe il titolo e l’investitura di maestro in Sacra Teologia. Né trascurò, anzi attuò, anche in questo tempo, pure i ministeri sacri per le anime che numerose ricorrevano a lui.
Frattanto, per la sua esemplarità di vita religiosa e per la sua competenza dottrinale, dal P. Generale Testa fu richiamato a Roma quale suo segretario, e poi dal successivo P. Generale Corrado fu eletto Segretario Generale dell’Ordine. Nel 1890 fu eletto anche Priore Provinciale della Provincia Romana, nel quale ufficio pose ogni cura dell’amore alla osservanza regolare, e promosse un maggiore culto a San Filippo Benizi col decorare meglio il suo venerando sepolcro in Todi e ivi formando colle cautele richieste allora dai tempi, opportuni locali e regole per il Noviziato dei giovani aspiranti della Provincia Romana.

Priore Generale

Nel Capitolo generale celebrato nel 1895 a Monte Senario fu eletto Priore Generale di tutto l’Ordine. Eccolo scendere umile umile dal colle sacro, culla dell’Ordine, ma in testa ad un glorioso esercito.
Qui non possiamo registrare e descrivere tutte le industrie da lui usate per sollevare l’Ordine dalla scossa ricevuta nella soppressione governativa, per promuoverne il consolidamento interno nella osservanza regolare e dargli anche una più estesa vitalità col propagarlo maggiormente all’estero e specialmente curando, con saggi regolamenti scolastici e di vita religiosa, una formazone spirituale e intellettuale più perfetta e omogenea dei giovani di tutto l’Ordine, nei loro diversi stadii anteriori al Sacerdozio.

Il Collegio Internazionale “Sant’Alessio Falconieri”

A tal fine, nel primo anno del suo Generalato con forte ardimento e superando molteplici difficoltà, volle fondato il Collegio Internazionale S. Alessio Falconieri, in cui, come nell’l’antico “Collegio Gandavense” in S. Marcello, si raccogliessero i giovani più atti delle Provincie Italiane ed anche estere a compiervi gli ultimi studi secondo le recenti disposizioni della S. Sede, frequentando all’uopo l’Ateneo di Propaganda Fide, dove erano già Professori due Padri Servi di Maria, il P. Pellegrino M. Stagni e P. Alessio M. Lépicier. Né le aspirazioni del P. Generale Pagliai riuscirono vane, poiché presso il detto Ateneo di Propaganda Fide gli alunni del Collegio S. Alessio Falconieri si facevano notare in modo singolare per profitto nelle varie scuole o discipline e ne uscirono poi tanti buoni religiosi Ministri di Dio a servizio della Chiesa.


Il primo dei Sette SS. Fondatori in San Pietro

Egli fu pure il primo a promuovere e con efficaci mezzi la iniziativa di porre nella serie delle grandi statue marmoree, nella Basilica di San Pietro, dei Santi Fondatori di Ordini Religiosi, anche quella di S. Bonfiglio, il primo dei Sette Santi Fondatori O.S.M. (alta 6 metri), la quale poté essere inaugurata dal Generale successivo P. Pellegrino M. Stagni.
In altre opere ancora egli era assiduo a bene e decoro dell’ordine quali sono indicate e condensate nelle Cronache degli Acta Ordinis Servorum B.M.V. (I aprile 1916, pag. 57). Regularum observantiam, cultum Virginis Perdolentis ac Sanctorum Ordinis nostri sedulo promovit; in animarum quoque directione haud modicam impendit operam [Promosse accuratamente la regolare osservanza, il culto alla Vergine Addolorata, con opera per nulla di poco conto rivolta anche alla direzione delle anime]. In modo speciale volle che la Chiesa di S. Marcello, come rappresentativa dell’Ordine in Roma, fosse tenuta con molto decoro, con tutta la ufficiatura corale, e con le solenni funzioni tradizionali nelle primarie feste della Chiesa e dell’Ordine, e particolarmente in quelle del SS. Crocifisso di S. Marcello, tanto venerato dai Romani, e che in ogni anno giubilare viene portato, con imponente processione di clero, religiosi, confraternite e pie Associazioni, nella Basilica di S. Pietro e quivi esposto per più giorni, onde soddisfare alla pietà del Pontefice e dei fedeli romani ed esteri.

A servizio diretto della Chiesa

Nella vita religiosa e durante il governo dell’Ordine dei Servi di Maria, il P. Maestro Giovanni Angelo Pagliai aveva costantemente mostrato una indole a carattere lieto e piacevole a tutti, facilmente sotto l’usbergo di sentirsi puro, unito a una vera pietà mariana, vasta cultura letteraria, profonda dottrina teologica di orientamento aristotelico tomistico, contrario alle sorgenti innovazioni razionalistiche e modernistiche, con un modo di governo sempre paterno ma certo e fermo per la regolare osservanza e per l’ossequio sincero e forte al Papa e obbedienziale alle direttive della S. Sede: per cui appariva egli una vera Lucerna ardens in Domo Dei et Mariae.
Onde anche dopo scaduto il suo laborioso mandato di Priore Generale, l’Ordine gli volle affidate importanti mansioni di Consultore ed Economo Generale e pure di Vicario Generale dei suoi due immediati successori, e il grande Papa Leone XIII lo volle onsultore della S. Congregazione dei Riti e Confessore della Famiglia Pontificia.
Il successore Pontefice poi . Pio X, per l’attuazione della straordinaria Visita Apostolica, da lui indetta, nelle Diocesi d’Italia e negli Istituti Religiosi in Roma, per avere più piena conoscenza della disciplina e specialmente delle idee correnti moderne negli Istituti di Formazione religiosa ecclesiastica, si valse molto dell’opera saggia e fedele del P. Pagliai. Non possiamo riferire sul valore dell’esito di queste Visite Apostoliche, perché le relazioni ufficiali sono racchiuse negli Archivi Segreti della Santa Sede. Solo abbiamo indizi in alcune note dell’Archivio Generale dell’Ordine che esse riuscirono di soddisfazione al Papa Santo che intendeva restaurare omnia in Christo. E si vide poi che pure il successore di S. Pio X, papa Benedetto XV, ebbe grande stima di P. Pagliai, come la dimostrò col dichiararlo benemerito nella lettera di condoglianze che fece avere al R.mo Generale e all’intero Ordine appena ebbe notizia della morte di lui.

Il Decesso

Avvenne il 27 gennaio 1916, dopo che il pio e benemerito religioso aveva sopportato con edificante rassegnazione lunga e penosa malattia; munito dei conforti religiosi e di speciale Benedizione del medesimo S. Padre. Alle solenni esequie celebrate in S. Marcello parteciparono E.mi Cardinali, Ecc.mi Vescovi e Prelati della Romana Curia con i religiosi dei tre conventi (allora) di Roma e di altri ancora e con le Suore dell’Ordine pure residenti in Roma. La salma fu tumulata onoratamente al Verano nella cappella funeraria dei Servi di Maria.
Ed ora nel compiersi il cinquantesimo anniversario della sua morte, i confratelli specialmente quelli che vissero con lui e ne ammirarono le virtù non comuni e le gesta memorande, si apprestano a ripresentare ai religiosi ed ai fedeli questa illuminata e illuminante figura di fedele Servo di Dio e della Madonna e pure benemerito figlio della Chiesa.

F.F.F.

Se crede può servirsene in tutto o in parte per la rivista della “SS. Annunziata”. Saluti fraterni Fr. F.M. Ferrini.
Lo può far leggere avanti anche a P. Taucci che sa qualche cosa del tempo”.

Trascrizione e commento di Paola Ircani Menichini, 20 febbraio 2021. Tutti i diritti riservati.